Nel 1953 Anna maria Ortese,scriveva la sua raccolta di novelle intitolate "Il mare non bagna Napoli"denunciando l'inefficenza e la "miopia" della classe politica del tempo.
In maniera diversa (ma poi non tanto) riprendo il titolo dell'autrice per commentare 1' articolo apparso ieri sul"Il Mattino" di Napoli in cui il comune intende porre un cancello a chiusura della spiaggetta della Gaiola nelle ore notturne. Si apprende che , dopo l’incendio appiccato la notte precedente alla Grotta dei pescatori alla Gaiola, è stato deciso di delimitare l’accessibilità all’area durante le ore notturne ai soli privilegiati residenti del parco marino. Nel suddetto articolo si legge che è stata già disposta un’ordinanza sindacale atta a vietare il transito pedonale dei non residenti durante le ore notturne, e che sarà apposto un cancello sorvegliato da vigilanti e da telecamere.Ma per chi ancora non la conoscesse vediamo prima cos'è questa"Gaiola":
Il Parco sommerso di Gaiola, che prende il nome dagli omonimi isolotti, siti nel golfo di Napoli, è una piccola area marina protetta di 42 ettari di mare, istituita congiuntamente dai Ministeri dell'Ambiente e dei Beni Culturali. L'area è incastonata nell'incantevole paesaggio costiero di Posillipo, a poca distanza dal centro della città di Napoli. La sua peculiarità è dovuta alla fusione tra elementi vulcanologici, archeologici e biologici. Sui fondali del Parco, infatti, è possibile osservare i resti di porti, ninfei e peschiere afferenti in gran parte alla Villa Imperiale di Pausilypon, appartenuta al liberto romano Publio Vedio Pollione (I secolo a.C), attualmente sommersi a causa del lento sprofondamento della crosta terrestre (bradisismo). Il Parco ha anche una notevole importanza biologica: l'estrema complessità geomorfologica dei suoi fondali e la continua vivificazione delle sue acque, garantita dal favorevole sistema di circolazione delle acque costiere, hanno permesso l'insediamento in pochi ettari di mare di numerose comunità biologiche marine tipiche del Mediterraneo. Questo è ciò che ci dice wikipedia.
Ora, premesso che è giustissimo preservare tale zona da vandali scellerati e criminali, magari attraverso l’impiego di vigilanti e telecamere,ribadisco però la necessità e il diritto dei cittadini che di giorno in giorno si vedono sottrarre sempre più vaste aree costiere, all’accessibilità al mare! E' un paradosso, siamo una città dimare.. senza mare!non possiamo usufruirne e le uniche zone balneabili ci vengono precluse.Mi riferisco quindi prima a Nisida, poi Trentaremi e ora infine alla Gaiola
Nel dire questo intendo ricordare ai nostri cari governanti comunali che in Italia esiste una legge che vieta la vendibilità delle aree costiere, e soprattutto, cosa che a noi ora interessa, che tale legge tutela il diritto ai cittadini di usufruire di una percentuale libera ben definita di spiaggia, ogni due lidi privati e che tale diritto non prevede alcuna limitazione riguardante le ore notturne.Con che diritto possono privarci del piacere di una passeggiatina sulla spiaggia al tramonto?Perchè ,è possibile rinfrescarsi di giorno e non poter alleviare nello stesso modo anche la caluria notturna? Non è forse un controsenso? un'assurdità?
Anche noi siamo convinti che la sicurezza sia una priorità, ma siamo sicuri che tutti questi divieti che di giorno in giorno ci vediamo piombare dal cielo siano davvero la cura? o che piuttosto non siano l’incubatrice di un malessere sotterraneo e diffuso, di un estraniare il cittadino dal suo territorio?
Fabio Comella -Guida turistica per la regione Campania.
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