Particolare della presunta tomba di "Dracula" |
"Il conte Dracula è morto a Napoli, è stato sepolto nel cuore della città ed è ancora qui"
Tutto è cominciato con un gruppo di persone che per setttimane hanno percorso vicoli e strade in cerca del segreto
E non sono ragazzini sognatori, fanatici, esaltati, ma serissimi studiosi dell’università di Tallinn in Estonia. Sono convinti di ciò che fanno, sostengono di avere già in mano i documenti che provano la verità, così hanno avviato una campagna di ricerche sul territorio.
La storia è affascinante, ricca di sfumature, di colpi di scena, però assomiglia troppo alla trama di un romanzo d’avventure per sembrare vera; anche perché, attualmente, manca il particolare che la renderebbe clamorosa, il colpo di scena finale: manca proprio il corpo del conte Dracula. «È per questo motivo che, dopo aver avviato studi documentali, ora siamo scesi sul campo. E sappiamo anche dove andare a cercare. Sappiamo dov’è la tomba di Dracula a Napoli»
Siamo a piazza Santa Maria La Nova, il gruppo che comprende anche gli italianissimi i fratelli Glinni (uno, Giandomenico, ricercatore a Tallinn, l’altro, Raffaello, studioso di storia) e il direttore scientifico del museo delle Antiche Genti, Nicola Barbatelli, varca la soglia del chiostro antico e si avvia a colpo sicuro verso una lapide. L’emozione cresce passo dopo passo fin quando il marmo è lì, a dieci centimetri. L’avevano visto solo in fotografia quel disegno, l’avevano ritrovato in rappresentazioni del ’500, ora lo vedono e restano allibiti. È proprio come avevano immaginato, i «segni» ci sono tutti, è il momento di rendere ufficiale la scoperta e di avviare ricerche formali. (fonte " Il mattino" )
E’ verosimile infatti che la famiglia di Vlad III abbia cercato riparo a Napoli perchè proprio il Re Alfonso d’Aragona era un massone appartenente all’Ordine del Dragone, esattamente come Vlad III Tepes, Signore di Valacchia. La figlia Maria, all’età di sette anni sarebbe stata adottata da una signora napoletana e avrebbe poi sposato un membro della famiglia Ferrillo ottenendo in dono i terreni di Acerenza in Basilicata ma restando comunque legata alla sua città putativa: Napoli, dove avrebbe scelto di essere sepolta
Il marmo, studiato dai ricercatori dell’INGV inoltre, emana un calore inspiegabile che non si sa da cosa provenga. Anche se la cosa più misteriosa è sicuramente l’iscrizione entro cui è possibile leggere caratteri antichi, sicuramente una lingua in codice, fatta di caratteri greci, latini e di tante altre lingue, ma non si riesce a comprendere nemmeno una parola.
Lo stesso quotidiano "il mattino" citato prima , ha formato un team di ricercatori composto dagli speleologi Luca Cuttitta, Enzo De Luzio e Mauro Palumbo, dalla storica Laura Miriello, dal restauratore Francesco Manes e da un esperto dell’Osservatorio Vesuviano, Fabio Sansevero per portare finalmente chiarezza sulla vicenda...
E se il mistero è stato svelato o chissà ne contiene altri allora forse un salto a Napoli i conviene farlo e scoprire un itinerario esoterico ;-)
Io nella spiegazione del cenotafio |
Fabio Comella
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