Il teatro S.Carlo. Foto: Michele di Martino |
Era il 1984 quando sulle rive di Partenope approda un nuovo Dio. Venerato come San Gennaro , Diego ha poco di santo ma tanto di divino in quel suo piede sinistro. Ambidestro nel calciare ma, all'occorrenza non disdegna una mano, quella di Dios. Divina per l'appunto, che consente a lui e l'Argentina di battere una delle più grandi potenze calcistiche di quei tempi, l'Inghilterra.
Vendetta! esclamò forse, qualche neo borbonico, riferendosi al tradimento della marina inglese che fece entrare Garibaldi nell' ex regno delle due sicilie!
Diego si presentò al San Paolo davanti a un pubblico di 70.000 spettatori e subito iniziò il suo show : " Voglio diventare l'idolo dei ragazzi poveri di Napol"i disse ."Perchè loro sono come ero io a Buenos Aires". Negli anni a seguire i primi miracoli, due scudetti, una coppa italia due uper coppe e migliaia di bambini battezzati con il suo nome: Diego. Dieci era ed è tutt'ora, il numero della sua maglia. E per chi se ne intende un po' di esoterismo, sa che quest'ultimo è un numero particolare. A Napoli, in pieno centro storico, inoltre gli è stata dedicata un’edicola votiva, come quelle dei santi: azzurra e bianca, uno squarcio di passione e amore tra i palazzoni antichi della città.
L'edicola votiva dedicata a Maradona. |
Venticinque anni dopo dal San Paolo al San Carlo lo spettacolo si ripete: "Tre volte 10"!
Trasmesso su rai 1, lo show condotto e organizzato dal comico cabarettista Alessandro Siani, ha riscosso un grande successo. Uno spettacolo che, a detta del pibe, ha raccontato "il Maradona di dentro, quello che stava nella testa di ogni tifoso del Napoli"
Napoli era una città che aveva la rassegnazione negli occhi, dice Siani. Diego è riuscito a cambiare e a modificare la genetica del popolo napoletano. E se ancora oggi speriamo di vincere lo scudetto, è perché lui ci ha dato la possibilità e la forza di dire: “si può vincere”
Della stessa opinione il sindaco del capoluogo Campano, De Magistris: "Maradona è stato un genio del calcio, un artista; ha fatto sognare generazioni intere e ha fatto credere attraverso il pallone che Napoli potesse raggiungere un grande obiettivo. Che tutto è possibile se c’è talento, volontà, valore e passione". Ed eccola qua la rivoluzione: bentornato Diego e bentornata speranza!" A Napoli, il calcio non è mai stato solo il calcio. E il pallone non è mai stato solo il pallone bensì un’arte, una cosa superiore, un rifugio dei cuori e delle menti, che merita una cornice straordinaria come quella del Teatro San Carlo, sinonimo di qualità, tradizione e bellezza in tutto il mondo." Un pensiero che sposa in pieno con quanto detto da Maradona durante una successiva intervista "il teatro più bello del mondo è di noi napoletani" Diego da sempre si è sentito napoletano e tra poco lo sarà ancora di più, ricevendo la cittadinanza onoraria...
Fabio Comella
Guida turistica abilitata nella regione Campania
DISCOVERING NAPOLI
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