...Una delle città più belle d'Italia. Addentrarsi nei luoghi del mito e della storia, gustare la miglior pizza. Meravigliarsi delle antiche città ritrovate di Pompei ed Ercolano. Immergersi nel verde di un parco e visitare una delle regge reali della napoli borbonica... Questo e altro nei miei itinerari...

CHI SONO


Questo blog nasce come diario in cui racconto le mie esperienze e le mie emozioni nello svolgere il mio lavoro di Guida Turistica della Regione Campania

Il blog per alcuni anni ha funzionato come web site per prommuovere tours & itinerari. Dal 2015 visitare Napoli torna ad essere un blog di attualità partenopea e cede il suo posto al più moderno Sito Web "DISCOVERING NAPOLI" (www.campaniaguidedtours.com ) dove potete trovare tutti i servizi per le vostre visite guidate , eseguite da guide turistiche abilitate e professionisti del turismo

martedì 12 maggio 2015

ALBERTO ANGELA & NAPOLI .Un amore che non si può più nascondere!










Si sono cercati a lungo, dapprima timidamente però. La reggia di Caserta, poi Pompei. E poi ancora qualche documentario sul folklore per poi insistere ancora sui primati del Regno delle Due Sicilie...


Alberto Angela, panteologo e divulgatore scentifico questa volta non ha usato mezzi termini e ci è andato giù pesante nel senso buono del termine ovviamente, con una  puntata della durata di più di 2 ore  tutta dedicata a Napoli! :D

Un intervento propizio quello del conduttore di "Ulisse" che và a smorzare un pò gli animi dopo le ultime frasi di certo non felici, dei vari  Luciana Litizietto Paolo Villaggio, Sara Tommasi ecc.

A tal proposito , personalmente trovo alquanto curioso e forse indicativo  la differenza di giudizi espressa dai personaggi sopra citati da altri personaggi di alta caratura culturale come Philippe Daverio, De Crescenzo, Papa Francesco  e tanti altri ancora....

Ritornando al nostro conduttore televisivo, ho il piacere di riportarvi un' itervista rilasciata dallo stesso Angela al corriere del mezzogiorno cui riporto fedelemente i vari passi dell'articolo :

" «Ho 53 anni e ci vengo da quando ne avevo 14. Non posso quindi dire che per me sia stata una sorpresa. Insomma, l’ho sempre saputo che Napoli è una capitale, e che nella sua storia si è trovata tantissime volte all’avanguardia. Eppure, è stata un’esperienza magnifica. E alla fine penso che per Ulisse abbiamo fatto un buon lavoro. Del resto ci eravamo riproposti di guardare la città in una luce il più possibile diversa, battendo strade anche nuove. E certo non era facile».
In che senso?
«Sapevo che doveva essere una puntata dedicata tanto ai napoletani quanto ai non napoletani. Se, come me, non sei napoletano, descrivere Napoli non è facile. E infatti, costruendo la puntata, ci siamo accorti del fatto che fatalmente avrebbe finito per avere un doppio volto. Da un lato, dovevamo pensare ai non napoletani, cercando però di puntare anche sulle cose meno famose, adottando insomma quella che io chiamo la prospettiva del quarto giorno, cioè un giorno in più dei canonici tre dei week end turistici. L’idea, semplice, era quella di far vedere ai non napoletani anche tante bellezze che di solito ci sfuggono».


E quanto ai napoletani?
«Era importante, e inevitabile, parlare anche a loro. Trovare un modo per sollecitare il loro orgoglio civico. Napoli possiede cose così incredibili che, se si trovassero in qualsiasi altra città d’Europa, se ne parlerebbe ogni giorno. Per citare una cosa molto celebre: il Cristo velato, opera di un artista che di sicuro non ha la notorietà di un Michelangelo o di un Canova, è qualcosa di veramente stupefacente. E così è la Farmacia degli Incurabili, o il Museo di mineralogia. O la Stazione Dohrn, che non è solo un acquario, come lo chiama la gente di qui, bensì un centro iperspecializzato unico al mondo, in cui si studia specificamente il golfo di Napoli. E di cose così ce ne sono talmente tante che alla fine uno, magari anche un napoletano, non riesce mai a vederle tutte».

Ho letto le sue dichiarazioni sulla sua pagina ufficiale: la sua risposta ai tanti che le hanno scritto, e ai quali ha detto di aver scoperto a Napoli «qualcosa che rimarrà a lungo nell’anima».
«Lì parlo da un punto di vista più personale. E dico che questa esperienza ha veramente emozionato tutti noi di Ulisse. Il calore dei napoletani mi ha davvero impressionato. Lo so: può sembrare un luogo comune, però è così. È come se ci avessero adottato, è come quando senti che qualcuno ti vuol bene fin da subito: un percepirsi immediatamente accolti. E poi mi hanno colpito i giovani. Ho visto questi gruppi di volontari, ragazzi che si danno da fare per riportare alla luce strutture dimenticate, come giù alla villa della Gaiola. Sono giovani archeologi che hanno scoperto un calidarium di un genere che non avevo mai visto, tale da meritare una puntata a parte. È proprio bello vedere che ragazzi come quelli, facendo sacrifici, incontrando difficoltà burocratiche, logistiche, amministrative, con tenacia vanno avanti. E ti viene da pensare a quanto Napoli potrebbe e saprebbe offrire. Tantissimo».

C’è un aggettivo che lei ripete spesso parlando della nostra città: unica.
«Ma sì. Perché Napoli continua ad avere un’identità fortissima. Replicata e direi protetta dalle generazioni che si susseguono. A Roma, qualcosa di simile si può trovare ancora solo a Trastevere o a Testaccio. Altrove si è del tutto dissolta. A Napoli si rigenera. È come se non fosse una città, bensì un’unica grande famiglia».

Posso dirle che tanto entusiasmo da parte sua mi fa molto piacere, ma che vedere Napoli è cosa un po’ diversa dal viverci?
«Capisco. Le ferite di Napoli, le sue problematicità le conosciamo tutti. La mia, comunque, è l’impressione di una persona che ha viaggiato molto nel mondo, e che sa che non esistono città senza ferite né senza problemi. Una persona che dovunque vada si mette anche a guardare come vive la gente. E qui la gente ha un calore unico. Altrove si perde il senso di comunità, non ci si parla più; qui ti càpita d’incontrare gente che, mentre cammina, fischietta o canta. Credo che il valore di una città lo vedi nello sguardo delle persone».


Fino al terzo, fino al quarto giorno. E dopo? Che cosa potrebbe succedere il sesto giorno?«Tutto è possibile, per carità. Perciò direi che a Napoli bisogna arrivarci già un po’ smaliziati. Dopodiché, non si può non restarne innamorati. Guardi: un nostro operatore è di Fuorigrotta, lavoriamo insieme da vent’anni, e da lui ho assorbito nel tempo tanto entusiasmo napoletano. Questa esperienza che abbiamo fatto insieme mi induce a dargli ragione fino in fondo, e su tutta la linea» (Fonte Corriere del mezzogiorno).


Entusiasta è anche il sindaco Luigi de Magistris che sulla sua pagina facebook dichiara " Finalmente una pagina di buona informazione. Ha fatto vedere a tutti quello che noi già sappiamo: Napoli è una citta' bellissima, da amare, da visitare. Il mio primo amore al quale sto dedicando tutto me stesso."

Insomma il bello il buono e la cultura c'è ora tocca solo a noi evitare di formentare inutili luoghi comuni sulla città partenopea , applicando magari, un buon senso civico nella vita quotidiana

Fabio Comella Guida turistica regione Campania

Tours e visite guidate 




lunedì 13 aprile 2015

"NAPOLI PASSIONE E MORTE. UNA GEMMA ITALIANA SOTTOSTIMATA"


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"Vibrante caotica e gloriosamente a pezzi. Napoli è il posto  dove la vita, l'amore e la morte (culto dei morti ndr)sono appassionatamente incastrati tra loro" (Stanley Stewart)

La città più bella d'Italia... Lo dicono i lettori inglesi, che hanno premiato la città partenopea in un sondaggio lanciato dal quotidiano britannico The Telegraph. E lo dice un lungo reportage sull'edizione online dello stesso quotidiano, a firma del reporter Stanley Stewart. Il quale, tra i dipinti di Pompei e i vicoli del centro storico di Napoli, si è letteralmente innamorato della città. Tanto da rimanere quasi stupito dall'apparente mancanza di un adeguato numero di turisti, in quella che considera un "gioiello sottovalutato" dell'Italia. Una debolezza che è al tempo stesso un punto di forza: "Per chiunque conosca Napoli, la mancanza di visitatori è al tempo stesso uno dei misteri e delle gioie della città", scrive Stewart. Il quale torna su questa apparente contraddizione pensando a tutte le bellezze che è possibile visitare nel capoluogo campano: il gabinetto segreto del Museo archeologico con l'arte erotica pompeiana, i capolavori di Caravaggio e di El Greco custoditi a Capodimonte, la scultura del Cristo velato nella cappella Sansevero e il Caravaggio del Pio Monte della misericordia. "A Roma, Venezia o Firenze ci sarebbero code, biglietti e folla", dice Steward.

 

 

Il giornalista inglese: "Innamorato della città"

Il giornalista inglese Steward non si limita alle opere d'arte: anche i muri della città, con le loro scritte e le dichiarazioni d'amore, raccontano molto di Napoli, della passione dei suoi abitanti. Il centro storico ha una sua bellezza oscura, e la città possiede una teatralità e un caos orientale che hanno affascinato il giornalista forse più dei consueti cavalli da battaglia, rappresentati dal cibo, pure menzionato inevitabilmente tra le attrattive che fanno di Napoli un luogo da visitare. Quello che però ha colpito di più il reporter inglese è la resistenza della città alla "gentrification": "Ci sono quartieri fashion come Chiaia, dove belle persone passeggiano tra boutique costose ed eleganti bar. Ma il cuore pulsante della città, i vecchi quartieri del centro storico, i palazzi fatiscenti e le strade anarchiche, non sono state sterilizzate con wine bar di tendenza o filiali di Zara", spiega Steward. Che, alla fine, non può fare a meno di citare Goethe e la meraviglia provata non solo di fronte al suo golfo, ma all'intera città. Una sensazione evidentemente condivisa da gran parte degli inglesi: per il 64 per cento dei lettori è Napoli la città più bella d'Italia: Roma, giusto per avere un'idea, è seconda con solo il 14 per cento delle preferenze..Eppure sembra che in Italia si abbia ancora qualche timore a visitare la città o a conoscerla ci sono ancora tanti luoghi comuni da superare e ciò risulta  molto difficile quando dai media si sentono certe affermazioni...

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AN UNDERSTIMATED GEM : NAPLES




There is plenty to see in the Naples Archaeological Museum that is not X-rated. There are the classical sculptures from the Farnese collections. There are the Roman mosaics from Pompeii, fine as paintings, which offer such an elegant insight into the ancient world. But oh so predictably, glancing guiltily over my shoulder, I have skulked into the side gallery known as the Gabinetto Segreto, the Secret Chamber. It contains the porn from Pompeii.
Before the ash curtain descended, it seems the inhabitants of Pompeii were pretty frisky folk. There are threesomes, there are foursomes, there are moresomes. There is Pan enthusiastically copulating with a goat and Leela in the embrace of her swan. There is a naked lovely mounting her lover in a position that was possibly known as the “charioteer” in Roman times. I particularly like the chap wrestling with his own phallus, which seemed to have turned on him like a wild beast.
In Rome, Florence or Venice, there would be queues and tickets and unseemly rubbernecking crowds ignoring the “No Pictures” warnings. But here in Naples, I found myself alone in the gabinetto with the lithe maidens and the rampant satyrs. When I finally tore myself away to wander the main galleries, I found only two other people, a couple of Italian students. They didn’t seem very taken with the late Roman coinage. They were together on a stone bench, their limbs and possibly their futures, intimately entwined.
To anyone who knows Naples, the lack of visitors is both one of the mysteries and the joys of the city. Imagine turning up in Florence and finding that no one else had the sense to include the city on their packed itineraries. The Uffizi would no longer be a crowd-management crisis. It would be bliss.
Blissed-out Naples, of course, makes cautious, conservative Florence look and sound like a convent. This is not a city of restraint; the full-on traditions of Pompeii, just around the bay, are alive and well here. The voices are loud, the greetings boisterous, the pizzas fabulous, the driving atrocious, the architecture glorious, the religious rituals weird, and the policemen more fabulously turned out than a Gilbert and Sullivan rear admiral. And the phalluses in the gabinetto come with cupid wings and trailing bells.
Naples’ peeling sepia walls tell you a lot about the city. They are devoted to passion and death. We will come to death later, as we all must. But the passion is everywhere – the canoodling couples, the flirtatious gazes, the lovelorn graffiti. Naples walls are crowded with breathless declarations of love. Te Amo, Maria, I love you, Maria. You are my destiny, Luca. Marry me, Gabriella. I dream of your kisses, Livia. Wait for me, Marco.

Naples is "raw, passionate, secretive, generous, dilapidated, glorious, vibrant and unabashedly corrupt" (Photo: Alamy)

In this heady atmosphere, I fell for Naples. No one would accuse the centro storico, the old historical centre, of being pretty, but she is darkly and ravishingly beautiful. She is also raw, passionate, secretive, generous, dilapidated, glorious, vibrant, and unabashedly corrupt and corrupting.
I love her theatricality, the oriental chaos of her streets, the architecture that began with the ancient Greeks and ended with the Baroque. I love the fat, sensual Neapolitan vowels. I love the scruffy bars where coffee is served zuccherato, ready sweetened; the pasticcerie with the delicate sfogliatelle bursting with cream; the friggitorie, with their roaring wood-fired ovens and bubbling pizzas; the gilt, the bevelled mirrors and the painted Belle Époque beauties of the Café Gabrini; the extravagance of the opera house, the oldest in Europe, where Verdi was once musical director and Caruso, a Neapolitan, got such a poor reception he vowed never to return.
But what I most loved was her resistance to gentrification. There are smart and fashionable districts such as Chiaia, where beautiful people parade between expensive boutiques and elegant cafés. But the beating heart of this city, the old quarters of the centro storico, the crumbling palazzi, the anarchic streets, have not been sanitised with trendy wine bars and branches of Zara. Naples was shabby chic before the phrase was invented. And she remains stubbornly herself. Trying to fit her up for cool metrosexual gentrification would be like trying to get Boris Johnson to model men’s haircare products.

Ruins at Pompeii (Photo: Alamy)
What the city lacks in stripped warehouses of international brands, it makes up for in artistic treasure. At the archeological museum, once you have torn yourself away from the delights of the Gabinetto Segreto, the exquisite mosaics and paintings from Pompeii are among the most beautiful Roman artefacts in Italy. Up at the Capodimonte museum, the former Bourbon Royal Palace, look for the splendid Riberas and El Grecos and for Caravaggio’s dark Flagellation.
Down in the dense lanes and alleys of the centro storico, there is another great Caravaggio – he was in Naples on the run from a murder rap in Rome – in the Pio Monte de Misiercordo: the startling and complex Seven Acts of Mercy. Up the street in the Capella Sansevero lies the poignant marble figure of the veiled Christ; the detail of the drapery over his body is a typically Neapolitan flourish of virtuosity.
Around the chapel is a collection of statuettes illustrating the virtues. I couldn’t help but notice that there was nothing very modest about Modesty. The gossamer material of her see-through blouse snagging sexily on her nipples was much more erotic than anything in the gabinetto.
Like some metaphor of place, some pointer to multilayered complexity, there are vast subterranean worlds beneath the Neapolitan pavements. In a small flat off Vico Gigante, I found the trap door beneath an old woman’s bed that leads to a Roman theatre, only discovered in 2003. At the church of San Lorenzo Maggiore I followed a flight of steps down 10 metres and 2,000 years to a street of Roman Neapolis. I passed a bakery, looked in on a wine shop, stepped into a laundry and a bank. While Pompeii is inundated with tour groups and droning guides, I was alone here with the ancient world.
Back on street level, boys were thumping a football against 12th-century walls. Above me the balconies were bannered with laundry, tiny thongs almost lost between granny’s bloomers. A group of girls passed, casting looks of casual contempt at the young men drooling in their wake. A Vespa appeared; the man riding pillion was balancing a sofa on outstretched arms.

Pulcinella bust on the Via Dei Tribunali (Photo: Alamy)

A band suddenly burst around a corner, brass instruments blaring and drums pounding. Bathed in sweat, stout men carried banners of the Madonna. On the reverse were photos of the recently deceased. The musicians were buskers for the dead. Friends and relations dropped coins into a proffered hat and bowed their heads as this noisy memorial parade passed.
Naples seems as obsessed with death as it is with sex. Among the ragged declarations of love, death notices are plastered on the walls like old adverts, with grainy pictures of the deceased. They announce dates of memorial masses, paid for by the family, and performed on the anniversary of their death.
Halfway along Via dei Tribunali – the ancient Roman street that bisects the centro storico – I found the church of death. Weeds sprouted from the dark facade of Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco and bronze skulls perched on plinths beneath iron railings. As I climbed the steps, a chill seemed to descend on the street. I might have been arriving at Dracula’s castle.
Prayers to the dead are central to Catholicism. But in Santa Maria the practice of praying to the dead was banned in 1969. It turned out that the worshippers, who were getting out of hand with the fervour of their devotions, were praying to the wrong dead.
At the back of the nave, a guide opened a trap door and led me down a flight of stairs. At the bottom we emerged in another church, a replica built directly beneath the one above. In this underworld church, the walls were grey and unadorned; we had entered the domain of the dead. Skulls stared at me from the niches around the walls among a litter of bleached bones. Around them were petitioning messages, faded photographs, dead flowers, plastic jewellery. In a far corner, a young woman pressed her forehead against the stone walls murmuring the secrets of her heart to the dead.
Traditionally this church underground has been a burial place for the anonymous dead, for those who died without family or memorial. I gazed down through grilles in the floors at these paupers’ graves. A cult developed around these souls trapped in purgatory, a kind of spiritual bargain. People came to pray for them, to help their passage to paradise. In return, the living sought their help in their quest for husbands, fertility or good fortune.
The Vatican stepped in to put a stop to this unseemly glorification of the poor, pointing out that worshippers should have been upstairs praying to the saints, the apostles, the Virgin. But this is Naples, resistant to authority, and the petitioners still make the descent to the underground nave. The young woman had finished her prayers and stood for a moment in the ghostly nave. She seemed distressed. The guide offered comfort, asking why she had come. “For love,” she said. “I have come for love.”

Looking out to the bay and Vesuvius beyond (Photo: Alamy)

It was Goethe, in love with Naples and his Italian mistress, who popularised the phrase “See Naples and die”, promoting the idea that nothing could ever outshine this city. It is the bay, of course, that prompts the greatest swooning with a panorama that stretches from the great bulk of Vesuvius, past the Sorrentine peninsula to Capri, stalking the horizon like a ghost.
But Goethe wasn’t just talking about the bay. He loved the city, the enthusiastic chaos of the centro storico, and its capacity for extravagance in everything from grief to architecture, from love to pastries. It is time for visitors to reclaim it.

Writen by Stanley Stewart reporter at "the telegraph"

Source : "The telegraph"

May be you might be intrested to "What to see in Napoles as well.Click here

Guided tours through the Campania region

domenica 5 aprile 2015

NAPOLI CITTà SEMPRE PIù TURISTICA




Come di consueto la stagione turistica riparte grosso modo con il periodo pasquale.

La terza città d'arte (ma siam sicuri che non sia la seconda o addirittura la prima? :P) rileva significativi cambiamenti e novità sul fronte dell'accoglienza, degli eventi e sul turismo!

Secondo uno studio condotto da Travel Appeal sulle grandi città italiane, Catania e Napoli sono le città più benvolute dai visitatori. Tre milioni di recensioni e sette milioni di giudizi per misurare quel sentimento di benessere che contagia i viaggiatori quando arrivano al Sud.
E non parliamo soltanto di bellezza, di buonumore, di filosofia di vita: nel giudizio dei viaggiatori Napoli è al primo posto per il cibo, per l'estetica dei suoi alberghi e per la disponibilità di chi li gestisce; ma - contro ogni luogo comune - Napoli è al primo posto anche per la tecnologia delle sue strutture alberghiere. Il sentimento positivo dei viaggiatori racconta le nostre città meglio di certi indicatori accademici.


Il turismo in città infatti sta aumentando sempre più, vanta quindi un periodo molto favorevole. Secondo alcuni dati dell’Ente Provinciale Turismo, infatti, sarebbe quasi raddoppiato negli ultimi 2-3 anni, passando così da un 35% ad un 66% di flussi turistici nel 2014, al contrario di quanto sta accadendo invece nelle altre città italiane.



Nei giorni di Pasqua e pasquetta Napoli è stata invasa dai turisti e si è registrato il tutto esaurito in alberghi  e Bed and Breakfast. Molti eventi sono stati annunciati in città e sono previste aperture straordinarie dei musei.
Turisti in visita al monastero di S.Gregorio armeno con il Dott. Comella


Dati e testimonianze insomma che fanno ben sperare per il futuro turistico e occupazionale di questa città che  con la primavera darà il benvenuto ai visitatori manifestando  tutta la sua bellezza ed accoglienza..."


Fabio Comella guida turistica regione Campania

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POMPEI WINE TOUR. Il tour del vino!


READ THE ENGLISH TRANSLATION click here

Combina la tua visita guidata di Pompei o Ercolano con un "wine tasting", assaggio di vini e pranzo all'ombra del Vesuvio!
è nella natura selvaggia del suolo vulcanico vesuviano infatti che trova luogo un antico casolare dove una pregiata azienda vinicola che ha scelto di deliziare i suoi visitatori con con i suoi prodotti tipici. Il casolare è posizionato in una zona strategica dal cui panorama è possibile apprezzare le bellezze naturali della Penisola Sorrentina , dell'isola di Capri e Ischia.

Venticinque sono gli ettari del vigneto dove tra l'altro si terrà anche una piccola visita guidata tenuta da una esperta del settore. Questi sono delimitati da uliveti che rappresentano un' area perfetta  tra leggende e itinerari del mito del vino  lacryma Christi del Vesuvio D.O.C. vino famoso in tutto il mondo per le sue inimitabili caratteristiche !











Ovviamente ci sono anche altre scelte , come l'aglianico, il passito e l'olio extravergine che completano l'offera enogastronomica dell'azienda insieme alla cucina locale casareccia con piatti tipici che verranno abbinati a seconda del vino scelto!

L'azienda ha anche uno show room dove sarà possibile acquistare vini.
Insomma un tour tra archeologia cibo e buon vino!
Prenotazioni dal lunedì al sabato.

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venerdì 13 febbraio 2015

UN FUNERALE MAI DEGNAMENTE COMMEMORATO: 13 FEBBRAIO 1861




Oggi vorrei che ricordassimo...
Vorrei che ricordassimo che  13 febbraio 1861 il sud perse la sua indipendenza  e da Stato sovrano, florido e culturalmente avanzato passò sotto la dominazione piemontese . "Il 6 Settembre 1860, Francesco II lasciò Napoli e partì per Gaeta su consiglio di Liborio Romano, il capo della polizia: il giorno dopo la camorra, coinvolta dallo stesso Romano, scortò l’ingresso di Giuseppe Garibaldi a Napoli e il 21 ottobre sorvegliò sul plebiscito di annessione al Regno d’Italia, con violenze e minacce alla popolazione. L’assedio di Gaeta durò poco più di tre mesi, fu un martirio per i soldati rimasti fedeli alla loro patria e soprattutto per i civili, che furono sterminati dai bombardamenti senza sosta da parte dell’esercito piemontese. Se le tradizionali regole della cavalleria imponevano di non coinvolgere la popolazione nelle guerra, per esse adesso non vi era più posto come in tutta la campagna meridionale, dove furono compiuti eccidi e rasi al suolo interi paesi: pure Gaeta subì quella sorte, e le bombe cadevano indiscriminatamente sulla Piazzaforte, sulle caserme, sulle chiese, sulle abitazioni. Determinante per la vittoria di Vittorio Emanuele II fu l’aiuto dell’Inghilterra e della Francia....
Quando Francesco II decise di firmare la resa per fermare lo sterminio della sua gente, il generale Enrico Cialdini dispose l’intensificazione dei bombardamenti e, approfittando della cessazione delle risposte della fazione avversaria, uscì dalle linee e si avvicinò alla cittadina, per averla meglio sotto tiro. A chi gli chiedeva di fermarsi perché erano in corso le trattative per la resa rispose, dicendo il falso, che la sua abitudine era quella di non fermarsi fino a quando essa non fosse ufficiale: “Sotto le bombe si tratta meglio”, disse. E in tre giorni, infatti, dalla sera del 10 fino al 13, fece sparare ben 60mila bombe. In questo modo si verificò la drammatica esplosione della polveriera della Batteria Philipstad, la quale causò l’inutile morte di tanti giovanissimi allievi della Nunziatella e di molti civili, già massacrati dal lungo assedio.
Il 14 Febbraio Francesco II e la consorte, che si distinse per gli aiuti portati alla popolazione e ai soldati, partirono per l’esilio a Roma. Arrivato là i piemontesi, senza alcun rispetto per egli che aveva perso il regno il giorno prima, inscenarono dei festeggiamenti con lo scopo di infierire. Questo è comunicato che Francesco II mandò al suo popolo al momento di partire per Gaeta:
Popoli delle Due Sicilie
Si alza la voce del vostro Sovrano per consolarvi nelle vostre miserie. Quando veggo i sudditi miei, che tanto amo, in preda a tutti i mali della dominazione straniera, quando li vedo come popoli conquistati, calpestati dal piede di straniero padrone, il mio cuore Napoletano batte indignato nel mio petto contro il trionfo della violenza e dell’astuzia. Io sono Napolitano; nato tra voi, non ho respirato altra aria, i vostri costumi sono i miei costumi, la vostra lingua la mia lingua, le vostre ambizioni le mie ambizioni. Ho preferito lasciare Napoli, la mia propria casa, la mia diletta capitale per non esporla agli orrori di un bombardamento. Ho creduto di buona fede che il Re di Piemonte, che si diceva mio fratello, mio amico, non avrebbe rotto tutti i patti e violate tutte le leggi per invadere i miei Stati in piena pace, senza motivi né dichiarazioni di guerra. Le finanze un tempo così floride sono completamente rovinate: l’Amministrazione è un caos: la sicurezza individuale non esiste. Le prigioni sono piene di sospetti, in vece di libertà lo stato di assedio regna nelle province, la legge marziale, la fucilazione istantanea per tutti quelli fra i miei sudditi che non s’inchinino alla bandiera di Sardegna. E se la Provvidenza nei suoi alti disegni permetta che cada sotto i colpi del nemico straniero, mi ritirerò con la coscienza sana, farò i più fervidi voti per la prosperità della mia patria, per le felicità di questi Popoli che formano la più grande e più diletta parte della mia famiglia."

Tratto dalla testata giornalistica "Vesuvio Live"

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giovedì 12 febbraio 2015

CHOCOLAND LA TERRA DEI GOLOSI A NAPOLI!




Chocoland giunge alla sua 5a edizione! Dopo i successi delle location della mostra d'oltremare e il lungomare degli scorsi anni, quet'anno sbarca sulla collina del vomero.

Questa edizione si presenterà ancora più ricca in quanto abbraccia la festività di S.Valentino e del Carnevale e durerà ben 5 giorni, dal 13 al 17 febbraio.

La piazza scelta è quella di Vanvitelli dove ci sarà un palco per gli spettacoli serali .Ci saranno infatti musicisti e professionisti del mondo dello spettacolo.

Chocoland non è solo un mercato della cioccolata infatti ci saranno eventi realizzati in un  laboratorio che sarà allestino nel 4° piano del negozio COIN di via Scarlatti in collaborazione con artigiani campani.



Nello stesso negozio si svolgeranno i "chocoeventi" ossia dimostrazioni e laboratori didattici organizzati da maestri cioccolattieri.

L'evento avrà anche una radio tutta sua che trasmetterà in diretta l'evolversi della rassegna: Radio Amore.

Maggiori informazioni si possono reperire alla pagina facebook "CHOCOLAND"


Fabio Comella guida turistica regione Campania.

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martedì 3 febbraio 2015

QUANDO L'AMERICA "PARLAVA NAPOLETANO"




Paperino che indica il Vsuvio con il golfo di Napoli

In principio fu Walt Disney che omaggiò Napoli ambientando più volte le sue storie nella città partenopea... Ma Disney non fu il solo come vedremo ...Cerchiamo di capire la diffusione del "toponimo Napoli" nei fumetti e più in generale in America.

In realtà ha tutto inizio alla fine del 19° secolo. L'Italia unita si era da poco compiuta. Un paese nuovo, con nuovi problemi e nuove politiche. A risentirne di più di queste politiche fu sicuramente quello che oggi chiamiamo il cosiddetto "mezzogiorno", il sud Italia. L'ex regno delle due sicilie che da solo aveva ricchezza monetaria in quantità  doppia  rispetto a quella degli altri stati italiani messi insieme fu depapeurato e ciò causò la prima ondata emigratoria verso altri paesi in primis le americhe.

Tra questi migliaia di immigrati probabilmente ci fu addirittura il padre di Mickey Mouse , come racconta Angelo Forgione nel suo blog! Avete presente il disegno del topo del famoso liquore "la sorgente della fabbrica di Caivano? bhe lo scrittore partenopeo ha scoperto che "il disegno napoletano sarebbe nato dalla fantasia del napoletano Michele Sòrece, ispirato proprio dal suo nome. Sòrece, in napoletano, vuol dire proprio topo. Michele sarebbe partito a metà degli anni Venti del secolo scorso da Caivano, a bordo di una delle navi che portarono milioni di emigrati tra il 1892 e il 1954 per cercare miglior fortuna negli Stati Uniti. Un suo compaesano avrebbe affermato che nel 1927 incontrò un giovane di Kansas City, tale Walter Elias, che lo avrebbe aiutato ad avviare la sua nuova vita oltreoceano. Walter Elias, per la cronaca, non era altri che Walt Elias Disney. "!


A sx il topo della disney a dx quello napoletano.Somiglianze impressionanti come i pantaloncini

Il flusso di napoletani e meridionali diedero vita al genere melodico diffuso in tutto il mondo proprio in questi anni. Ricordiamo canzoni come O ' sole Mio, Santa Lucia o Torna a Surriento.

Sono tutte canzoni nostalgiche cantate da immigrati che evocano le bellezze della loro terra.

Andiamo avanti di qualche anno, nel frattempo le due guerre mondiali. Napoli la città più bombardata d'Italia! Altri Napoletani presero la via dell'esilio. Un anno dopo la guerra però un incredibile avvenimento: Il Vesuvio erutta. Non succedeva dal 1906. A quell'epoca a Napoli si trovavano ancora i soldati americani che iniziarono a loro volta a visitare la città , soprattutto i cafè chantant . Dall'altra parte però c'erano anche tanti giornalisti, giornalisti statunitensi venuti a filmare sia gli alleati che le condizioni degli italiani subito dopo la guerra. A quell'epoca come detto , Napoli era quella che subì più danni. Con gran sorpresa , spavento e fortuna questi inviati furono coinvolti nell'eruzione ed ebbero molto di filmare e documentare la prima eruzione del vulcano napoletano nella storia!

Le immagini, neanche a dirlo fecero il giro del mondo.
La Disney a quel punto sembra prenderci gusto e rinforza il suo legame con il capoluogo partenopeo. Lo fa tramite un'altro dei suoi personaggi: Amelia, la fattucchiera che amalia.

Amelia,la fattucchiera.Veste in nero come Morticia

Voce con forte accento napoletano e una bellezza a metà tra la Loren  e Morticia Adams. Casa della fattucchiera, sarà proprio il Vesuvio!

Siamo arrivati agli anni 60. Fumetti e cartoon da una parte e la grande industria cinematografica dall'altra. Ed ecco quindi i grandi titoli girati sempre nella baia di Napoli dove la nostra "Sofia NAZIONALE" si fa da porta bandiera e portavoce : 

"It started in Naples con la Loren e Clark Gabee

Naples a way of love con Carla Coulson e Lisa Clifford, i più recenti love is all you need e "eat pray love con Giulia Roberts  e tanti altri ancora! L'america sembra parlare napoletano. è Napoli, forse subito dopo Roma la città italiana per eccellenza nell'immaginario collettivo d'oltreoceano









































Se la Disney comunqe si dava da fare ,di certo Hanna a Barbera della Warner Bross non stavano a guardare ed ecco che anche mandano il loro topo, Gerry insieme al gatto Tom  in visita a Napoli.

Tom &; Gerry a passeggio a Mergellina dove un loro amico gli fa da guida







I tre protagosti si affacciano su Nisida


E il Giappone? Napoli non è sfuggita nemmeno a loro che omaggiano il capoluogo campano in una puntata della  serie Holly & Benji in cui Tom Becker in una lettera dice che la sua città che più lo ha entusiasmato è stata proprio Napoli (per vedere il video clicca qui ).

 Più o meno degli stessi anni  è anche la serie di Lupin III . Il ladro gentiluomo ovviamente non è insensibile al fascino partenopeo ;-)


 E la nuova serie di Lupin del 2015 si apre con le città italiane, tra cui Napoli e il suo lungomare

Dalla tv al manga il passo è breve e ritroviamo Napoli è la sua pizza!

Michele famosa pizzeria partenopea

E l'Italia? Bhè ovviamente anche qui c'è chi ci apprezza e una delle testate fumettistiche più famose , ossia la Bonelli più volte ha omaggiato Partenope nei suoi fumetti. In Particolare in Dylan Dog più volte sono stati fatti omaggi a Napoli e la sua cultura.  

Dylan Dog indagatore dell'incubo a Napoli, città di mistero!




Groucho l'assistente di Dylan cita una battuta di  Totò
Morgana, amore platonico di Dylan ascolta Te voglio bene assaje"


Per il resto siamo convinti che Napoli può dare ancora tanto all'Italia e nel resto del mondo così come ha già fatto in passato.


Fabio Comella guida turistica della regione Campania.



lunedì 2 febbraio 2015

LA METROPOLITANA DELL'ARTE: Visite guidate tra antico e contemporaneo

la scala principale della metrò Toledo.

A Napoli l'arte contemporanea si arricchisce e diventa più fruibile al solo costo del biglietto di trasporto!
Sono le cosiddette stazioni dell'arte , una rete metropolitana che unisce il trasporto pubblico alla contemplazione artistica .Un arte che si è impossessata del trasporto pubblico svuotandolo del suo ruolo marginale di passaggio ed elevandolo a luogo di incontro e a museo sotterraneo.
 L’idea delle “stazioni dell’arte” della metropolitana di Napoli risale al 1995, all’epoca della costruzione della tratta Vanvitelli-Museo, quando si decise di affidare ad architetti e artisti di fama mondiale la progettazione delle varie stazioni. Il piano s’inseriva nell’ambito del progetto “Gli Annali dell'arte”, coordinato da Achille Bonito Oliva, che prevedeva la collocazione di opere d’arte contemporanea negli spazi pubblici più frequentati 


Ingresso stazione Garibaldi

 Da allora , gli ambienti interni ed esterni delle stazioni delle linee 1 e 6 della metropolitana di Napoli sono diventati un complesso artistico-funzionale che ospita circa duecento opere create da  novanta artisti  internazionali.Sono artisti che appartengono alla corrente  figurativa, concettuale, esponenti dell’arte povera e della transavanguardia, fotografi – e da alcuni giovani architetti locali. Solo per citarne alcuni: Gae Aulenti, Oliviero Toscani, Alessandro Mendini, Sandro Chia, Ettore Spalletti, Salvatore e Mimmo Palladino, Alan Fletcher, Dominique Perrault, Mario Sironi, Karim Rashid, Óscar Tusquets Blanca, William Kentridge, Luigi Ontani, Jannis Kounellis, Michelangelo Pistoletto, Francesco Clemente e tanti altri.

 Il 30 novembre 2012, la stazione Toledo è stata premiata come la più impressionante d’Europa dal quotidiano britannico The Daily Telegraph, mentre quella di Materdei è risultata al 13º posto e il 4 febbraio 2014 la CNN ha eletto la stazione Toledo come la più bella d’Europa. La numero sette invece è un'altra stazione sempre partenopea, "università" !



Atrio stazione Università
Inaugurata a luglio 2015 la stazione municipio, prevede la creazione di un parco archeologico in 3 anni dove verranno esposti i reperti romani trovati nell'area del porto insieme a quelli medievali del castello.
mosaico del Vesuvio  stazione municipio.



Attualmente l'ultima in fase di realizzazione è quella della stazione duomo. Apertura prevista 2016!

Il progetto della stazione duomo. La teca di vetro contiene un vascello di epoca romana



Altre foto delle altre stazioni possono essere viste qui

Le stazioni dell'arte possono essere visitate con guida turistica abilitata ed integrate insieme ad altri itinerari turistici della città.

Info e  prenotazioni :
DISCOVERING NAPOLI
www.campaniaguidedtours.com
Email : fabiocomella@alice.it


una rete metropolitana che unisce l'efficienza del trasporto pubblico alla contemplazione artistica.
In ogni fermata è possibile ammirare opere d'arte contemporanee, come i lavori di Oliviero Toscani, Laurence Weiner, Shirin Nashat, Ilya ed Emilia Kabakov, Francesco Clemente, Robert Wilson e William Kentridge. - See more at: http://www.diregiovani.it/rubriche/fotogallery/28522-metro-toledo-stazione-napoli-bella-europa.dg#sthash.Xcfp0bRi.dpuf
una rete metropolitana che unisce l'efficienza del trasporto pubblico alla contemplazione artistica.
In ogni fermata è possibile ammirare opere d'arte contemporanee, come i lavori di Oliviero Toscani, Laurence Weiner, Shirin Nashat, Ilya ed Emilia Kabakov, Francesco Clemente, Robert Wilson e William Kentridge. - See more at: http://www.diregiovani.it/rubriche/fotogallery/28522-metro-toledo-stazione-napoli-bella-europa.dg#sthash.Xcfp0bRi.dpuf
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In ogni fermata è possibile ammirare opere d'arte contemporanee, come i lavori di Oliviero Toscani, Laurence Weiner, Shirin Nashat, Ilya ed Emilia Kabakov, Francesco Clemente, Robert Wilson e William Kentridge. - See more at: http://www.diregiovani.it/rubriche/fotogallery/28522-metro-toledo-stazione-napoli-bella-europa.dg#sthash.Xcfp0bRi.dpufvv
una rete metropolitana che unisce l'efficienza del trasporto pubblico alla contemplazione artistica.
In ogni fermata è possibile ammirare opere d'arte contemporanee, come i lavori di Oliviero Toscani, Laurence Weiner, Shirin Nashat, Ilya ed Emilia Kabakov, Francesco Clemente, Robert Wilson e William Kentridge. - See more at: http://www.diregiovani.it/rubriche/fotogallery/28522-metro-toledo-stazione-napoli-bella-europa.dg#sthash.Xcfp0bRi.dpufv
una rete metropolitana che unisce l'efficienza del trasporto pubblico alla contemplazione artistica.
In ogni fermata è possibile ammirare opere d'arte contemporanee, come i lavori di Oliviero Toscani, Laurence Weiner, Shirin Nashat, Ilya ed Emilia Kabakov, Francesco Clemente, Robert Wilson e William Kentridge. - See more at: http://www.diregiovani.it/rubriche/fotogallery/28522-metro-toledo-stazione-napoli-bella-europa.dg#sthash.Xcfp0bRi.dpuf
una rete metropolitana che unisce l'efficienza del trasporto pubblico alla contemplazione artistica.
In ogni fermata è possibile ammirare opere d'arte contemporanee, come i lavori di Oliviero Toscani, Laurence Weiner, Shirin Nashat, Ilya ed Emilia Kabakov, Francesco Clemente, Robert Wilson e William Kentridge. - See more at: http://www.diregiovani.it/rubriche/fotogallery/28522-metro-toledo-stazione-napoli-bella-europa.dg#sthash.Xcfp0bRi.dpuf

lunedì 26 gennaio 2015

QUEL PREGIUDIZIO CHE DURA DA 154 ANNI. " O VESUVIO LAVALI COL FUOCO ! "




L'ultima è di Massimo Giletti, presentatore Rai. Il tema del dibattito è la distribuzione gratuita dei biglietti dello stadio San Paolo, ospite L'avvocato napoletano Crocetta che replica di non dare spazio ai problemi del Sud Italia: "La Rai non vuole parlare del Meridione. Lei sta facendo campagna elettorale e il governo è assente su Napoli"
Apriti cielo, la furia di Giletti che davanti a milioni di italiani dice che " Napoli è indecorosa in certi punti. Se lei esce dalla stazione  centrale uno trova immondizia in tutti i vicoli". Ora se è pur vero che certe zone presentano degrado, il conduttore non può diffamare così la città senza possibilità di replica ,  "Ora devo tagliare abbiamo cose più importanti di cui parlare, Messina". Il messaggio è stato lanciato e ricevuto dagli spettatori. Napoli, per loro, vive ancora l'emergenza rifiuti.

Giletti sorridente con il leader lega nord Salvini.
 









La tv di stato inoltre sembra non essere nuova a questo tipo di offese. Ricordiamo la celebre frase della Letizietto in occasione della partita di Champion a Roma in cui fu devastata la fontana del Barcaccia. La Litizzetto ebbe a dire " I vandali di Piazza di Spagna erano civilissimi olandesi, mica napoletani !" Una battuta che non piacque per niente!



Di  gaffe di questo tipo non se ne salva neanche la politica come quella di  Beppe Grillo dell'anno scorso...  Durante il raduno  dell'onestà tenutosi a Roma, il leader del movimento 5 stelle era  affiancato dalla napoletana Carla Ruocco che da poco aveva concluso il suo discorso ed ecco la debacle "Guardatela, è una napoletana onesta. Ma sei geneticamente modificata?"

Grillo parlerà poi di sarcasmo. E' un comico prima che politico che usa battute  per evidenziare  i luoghi comuni , i cosiddetti stereotipi. Quei pregiudizi che tuttavia non riusciamo a toglierci di dosso perchè ripetuti in maniera costante dai media.

Eppure il leader del movimento 5 stelle   ha proprio 3 napoletani  tra i suoi più stretti collaboratori!
La stessa Ruocco, Luigi di Maio e Roberto Fico, presidente della camera. Inoltre proprio pochi mesi fa Grillo aveva tanto decantato i primati del regno delle due sicilie assurgendolo come modello. Ma scherzare su Napoli si sa  al giorno d'oggi, rende...!

Una semplice battuta dunque? Si, come sono però semplici sfottò le canzoncine cantate dai leghisti o i cori da stadio “Vesuvio lavali col fuoco , Colerosi , Napolecani" ecc

Napoli ne è però stanca, da tanto. Già Maradona  durante i mondiali del 1990 ebbe a dire " Per 365 giorni giorni su 365 chiamano terroni i napoletani ma questa volta gli chiedono di essere italiani. L'italia si ricorda che sono italiani solo quando devono sostenere la nazionale poi si dimentica di come li tratta"



20 anni dopo Thuram, l’ex giocatore della Juventus e del Barcellona, viene  invitato alla trasmissione televisiva “Le invasioni barbariche” condotta da Daria Bignardi. L’argomento principale è il razzismo e Thuram da anni attivista e ambasciatore Unicef nel mondo è il personaggio giusto per parlare del problema razzismo negli stadi italiani. La parte interessante dell'intervista  è quella in cui Thuram afferma che spesso parlava dell'argomento  con l’ex compagno di squadra, il napoletano Fabio Cannavaro. Fabio, come tanti altri napoletani su molti campi di calcio, veniva insultato con il termine terrone. La conduttrice ritenendo l’aneddoto forse una battuta, scoppia in una  risata seguita dall’applauso di tutto il pubblico presente in studio. Ma Thuram, da vero campione, la zittisce affermando che non lo “faceva ridere perché anche questo dimostra i pregiudizi che si possono avere fra il Sud e il Nord”. Thuram ha capito benissimo l’aria che si respira in Italia. Le cose che succedono nel mondo del calcio sono le cose che succedono nella società.



E infatti pochi mesi prima il tragico "incidente" quando dai cori da stadio, o meglio dalle ingiurie da stadio si passa a una comunicazione che và oltre a quella verbale. Una "comunicazione" che si svolge fuoei  lo stadio, nella nostra societa dove Gastone  mette in pratica quello che si legge negli striscioni sparando al tifoso napoletano Ciro Esposito.

Ed è così che l razzismo e gli attacchi verso i napoletani ormai sono istituzionalizzati anche nella lingua italiana. La Treccani, (http://www.treccani.it/vocabolario/napoli/), punto di riferimento linguistico italiano, tra gli altri significati, definisce in questo modo napoletano: “Designazione e appellativo ingiurioso, usato talvolta per designare i napoletani o, più generalmente, un meridionale immigrato nel Nord d’Italia”. Si potrebbe fare una lista lunghissima di esempi di questo tipo tutti riferiti a Napoli e ai napoletani. Evito. Dietro lo scherzo, lo sfottò, la battuta, la “satira” si nasconde un germe pericoloso di cui è impregnata la nostra società: il razzismo. Un autogol che è tutto italiano....




Fabio Comella

Guida Turistica abilitata per la  Regione Campania

Tours e Visite guidate



venerdì 23 gennaio 2015

HAI UNA VAGINA? VUOI USARLA? VAI A NAPOLI!....


Foto postata  dall'inventrice del blog stanunitense



... Di Napoli si è detto di tutto di più ma mai avevo letto un articolo "singolare  "come questo  scritto da una writer americana in visita nella nostra città...

Di seguito vi riporto la traduzione :

"Se sei una donna single, ami gli uomini, le motociclette e la musica vai a Napoli. Non è solo una delle più belle e magiche città del pianeta, non è solo una delle più sbalorditive  parti del mediterraneo  ,non solo è la miglior pizza e pasta nel mondo, non solo è più economica e sexi di Roma, Firence, Milano, non è solo quel piccolo treno che ti porta sul Vesuvio o motociclo che ti portano a Pompei, la costiera amalfitana o Roma e un milione di atre cose che devi vedere prima di morire (vedi napoli e poi muori ndr) il grande segreto di Napoli e che nessuna guida dice è che :

Ci sono 10 uomini single per ogni donna single
Sono tutti bellissimi, sanno tutti cucinare. E sanno tutti cantare. Tutti sanno come baciare e tutto quello che vogliono è baciarti
 
Dovunque
La movida napoletana.



Napoli ha una brutta fama per i grafitti (le mura e monumenti imbrattati ndr) e gomorra (ci mancava solo questo ! ndr) ma io vivo qui  da quasi 2 anni e non mi sono mai sentita in pericolo

Sicuramente gli "scugnizzi" gli piace gettare dell'acqua addosso quando ci si indossa magliette bianche ma basta batterli a calcio almeno una volta e te li fai amici

Scugnizzi che giocano davanti il palazzo reale.


...." Domani i tuoi genitali potrebbero essere impolveriti" !

A questa ultima frase poi precedono un elenco di posti da mangiare bere ecc...Bhè io non mi esprimo  sul come la writer si sia fatta pubblicità,  ma in ogni caso è da evidenziare che Napoli inizia ad essere apprezzata anche per la sua.. movida così straripante rispetto alle altre città! ;)

Fabio Comella, guida turistica regione Campania

DISCOVERING NAPOLI
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www.campaniaguidedtours.com


mercoledì 21 gennaio 2015

I SOTTERRANEI GOTICI DELLA CERTOSA DI SAN MARTINO






Sembra proprio che il 2015 ci offrirà altre ricchezze culturali.

Oltre all'annunciata apertura del campanile del monastero di S.Chiara ,dove si potrà vedere uno stupendo panorama dell'intero centro antico della città dalla sua sommità) il 22 gennaio ci sarà l'inaugurazione dei sotterranei gotici della certosa di San Martino! Dopo il restauro delle fondamenta trecentesche infatti, la cui edificazione iniziò appunto nel 1325 per volere di Carlo, duca di Calabria, figlio del sovrano Roberto D’Angiò, come testimonianza della religiosità del casato francese. Nello stesso luogo, e nello stesso periodo, Roberto D’Angiò dispose anche l’edificazione di un palatium, poi convertito in castello fortificato. Gli architetti che avviarono la costruzione della Certosa furono gli stessi che lavorarono in quegli anni al castello: Tino di Camaino e Francesco di Vivo, cui seguirono nel tempo Attanasio Primario e Giovanni de Bozza. La certosa fu inaugurata nel 1368, sotto il regno della regina Giovanna I, incaricatasi di promuovere i lavori data la precoce scomparsa di Carlo e Roberto D’angiò; i certosini peraltro avevano preso possesso del monastero già dal 1337.
La struttura gotica originaria del complesso, sebbene stravolta dai rimaneggiamenti successivi, è ancora riconoscibile in particolari architettonici come gli archi acuti del pronao della chiesa, l’impianto della volta della navata ma, in particolare, nei sotterranei. E proprio nei sotterranei i visitatori avranno la possibilità di ammirare la complessa concezione ingegneristica della struttura che con la sua successione di pilastri e volte ogivali funge da sostegno dell’intero edificio certosino. I corridoi fanno invece da spazio espositivo per le opere in marmo della Sezione di sculture ed epigrafi formatasi attraverso acquisti, lasciti, donazioni, cessioni e depositi tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento. La collezione esposta contempla circa centocinquanta opere in marmo, passate in rassegna secondo un ordine cronologico (dal medioevo al XVIII secolo) ma mantenendo il riferimento ai contesti di provenienza









Tra le sculture in marmo visibili lungo il percorso, si segnalano opere trecentesche come il sarcofago di Beatrice del Balzo, ricavato da una vasca romana del II-III secolo d.C. , un frammento di Figura femminile giacente (forse Maria di Valois) della bottega del grande scultore-architetto senese Tino di Camaino. Fra i capolavori settecenteschi di particolare rilievo sono il San Francesco d’Assisi di Giuseppe Sanmartino e un’Allegoria velata (probabilmente una Modestia), attribuibile forse al suo allievo Angelo Viva, che riecheggia alcune delle misteriose sculture della celebre Cappella Sansevero.

Occasione da non perdere invece sarà il 1° febbrario quando l'ingresso al museo sarà gratuito!
Per l'evento la pagina facebook "Visitare Napoli" ha organizzato visita guidata al complesso museale, dopo la quale, se si vorrà, si potrà approfittare per visitarne anche i sotterranei.(visitarenapoli@yahoo.com)

 Ecco qui un breve video che ci dà l'idea di cosa ci aspetta!
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